giovedì 28 maggio 2020

“N” SPECIAL


Parte prima.
Aztec Camera – Scritti Politti – Martin Stephenson & The Daintees – Howard Jones – The Bible


Premessa.
Questa è una storia, la prima di tre, anzi di quattro, dai risvolti molto personali, e che probabilmente vi presenterà dei pezzi, dei gruppi assolutamente NON mainstream.

Resterà a voi la soddisfazione di dire: che dici, io li conosco…

E allora??? Allora molto bene…
Condividere queste cose personali sapendo che comprenderete le note in sottofondo, sarà un gran piacere per me…
Beh, allora non indugiamo…

Lui ha cinquant’anni. E’ un professionista, lavora come architetto, come i migliori ha dei progetti e dei sogni nel cassetto. Uno sta cercando di realizzarlo ora…

Ha una particolarità nella storia di citazioni e dediche di questi post: lo conosco molto bene.

E’ mio fratello.  Nicola.

Come ho scritto, nel blog si scrive di musica, a mezzo “Aneddoti, Appunti, Informazioni, Mattoncini, Mattonelle, Memorie, Reminescenze & Ricordi”

E la cosa che mi piace è quando mi fanno conoscere degli artisti, dei gruppi che mi sconvolgono con qualcosa di particolare.
In quale maniera?  Per esempio aiutandomi a costruire immagini precise, vive, vivide ad emozioni che avevo già.
Una cosa che mi fa bene all’anima.

Lui ed altri lo hanno fatto, e questo post servirà a due cose: a riconoscerglielo e a cercare di far conoscere gli artisti a chi non li conosceva prima.

Iniziamo da quelli che avevano il più bel nome che avessi mai sentito per un gruppo.

AZTEC CAMERA
La cosa migliore sarebbe ritrovare i due cd ed ascoltarli interamente.  La bravura di Rody Frame, il leader, sia nelle musiche che nei testi, è stupefacente. Come la sua capacità di scrivere pezzi che ti si fissavano in testa, molto orecchiabili.

Nicola aveva le cassette e mi fece ascoltare  due album: “Knife” del 1984 e “Love” del 1987.

Pezzi consigliati:
da “Knife”:  “Still On Fire” e “Head Is Happy” .
da “Love”: “Deep & Wide & Tall”, “How Men Are”, “Everybody Is A Number One”, “More Than A Law”, “Working On A Goldmine”

Gli Aztec qualcuno dovrà pur ricordarli per “Somewhere In My Heart”..
Se andate su Youtube e la ascoltate son sicuro che un “Ma sìììì” vi scapperà.

Aneddoto.
Li apprezzo anche per un piccolo aneddoto legato a quel momento storico. In quel periodo il Regno Unito era guidato da Margaret Thatcher, famosa per aver introdotto nel dibattito politico termini quali “democrazia condivisa” e “referendum confermativo”.
Tutti concetti applicati al grande sciopero dei minatori nel 1985.
A Londra, alla Brixton Academy, il 21 gennaio 1985, assieme ad altri gruppi, gli Aztec Camera suonarono per raccogliere fondi per i minatori.
Purtroppo lo sciopero terminò con una ampia sconfitta, sei settimane dopo, grazie appunto ai concetti sopraesposti.
La cosa speciale del concerto fu che gli artisti non solo, ovviamente, non percepirono cachet alcuno, ma che si sobbarcarono pure le spese della sala, della strumentazione, delle luci e dell’energia elettrica…


SCRITTI POLITTI
Gli “Scritti Politti” appaiono nei primi anni ottanta e Nicola me li fa conoscere con due album, anche questa volta: “Cupid & Psiche” del 1985 e “Privision” del 1988.
Loro appartengono alla new wave inglese ma a quel punto suonano pop puro super orecchiabile, strizzando l’occhio alla Dance Music.
Nell’ultimo suonano con loro anche il bassista Marcus Miller (e si sente…) e un pezzo da novanta come Miles Davis.
Pezzi consigliati.
“Perfect Way”, Boom! There She Was”, “Overnite” e comunque tutto l’album “Provision”.
Se come fa la stragrande maggioranza della gente, li andate a visualizzare su YouTube, vi sembreranno proprio un classico gruppo anni ottanta “Disco”. Sono molto di più.

Curiosità.
Il loro esordio avviene nel 1982, ma quattro anni prima pubblicano un singolo, “Skank Bloc Bologna”, dedicato ai giovani della città emilana, vista quasi come un luogo esotico di ribellione ed agitazione politica (e lo era..NDR),

Il loro nome deriva da un libro scritto nientemeno che da Antonio  Gramsci, “Scritti Poilitici”.
Deformato da  Green Gartside, il loro cantante, in “Scritti Politti”.

 Martin Stephenson and The Daintees (1986-1988)
Non riesco a rammentare bene se Nicola, al tempo, avesse un disco, una cassetta o degli EP’s (ricordate quei mini ellepì con tre-quattro pezzi, chiamati così?).
Da qualche parte nella mia testa lo sento lamentarsi perché sono spariti… Mah..
Di loro ricordo un pezzo molto pop, “Wholly Humble Heart” ed una ltro “Boat To Bolivia”.
Che potrebbero far parte di una raccolta di pezzy “easy listenings” (come si diceva una volta).

Ed ora siamo arrivati al podio…
Quelli che seguono sono tre artisti/gruppi che ascolto spesso e che inevitabilmente mi portano ad un periodo in cui ho sperimentato tanto.

Al  terzo posto, medaglia di bronzo, Howard Jones.
Prima ho fatto delle premesse, utili a dare delle dritte per arrivare a ricordarsi degli artisti di cui ho parlato.
Per lui è necessario?
Se lo cercate su Google, lo identificano “anche” come” icona del synthpop degli anni ottanta”.

Allora non sapevo che si chiamasse così ma la descrizione gli calza a pennello.

Questa volta mi aiuterò anche con i video….
Howard Jones all’inizio suonava  tutto da solo e faceva spettacoli solo con lìaiuto di un mimo.

New Song  è letteralmente una bomba.
Nel video lui è in una piccola fabbrica inglese dove se non erro producono sottaceti. Lui fa le pulizie.
Inizia a cantare mentre nel cortile della fabbrica arriva una Rolls. E’ il padrone.
Che entra si toglie la giacca e facendo finta di nulla inizia a pulire per terra con uno spazzolone. Howard Jones e gli altri escono cantando, salgono in auto e se ne vanno…. Anticonvenzionale…Divertente
Il pezzo incita a “Non farti imbrogliare da quello che vedi/ Non farti imbrogliare da quello che senti”. La canzone è dedicata a tutti gli amici che “Loro prendono a cuore la sfida/ sfidando idee preconcette/ dicono addio a paure che durano da tempo”.
Il suo manifesto è quello di “gettare via le catene mentali…”

Nel disco ci sono anche “What is Love?” e “Pearls In The Shell
Punto di vista un’altra volta howarjonesiano, ovvero anticonvenzionale, sull’amore.
Prima scrive “Comunque, che cosa è l’amore? Qualcuno ama qualcuno?” e poi “Qualcuno può amare qualcuno così tanto da non aver mai paura, Non preoccupasti mai, non essere triste”.
Il finale è incredibilmente intelligente: “….E forse l'amore è lasciare che le persone siano esattamente ciò che vogliono essere”.

“Pearls In The Shell” è quella col ritmo più incalzante, avvolgente, col solito testo intelligente.
Jones continua il suo lavoro che consiste nel far pensare la gente al di la delle apparenze, inserendo testi intelligenti su musiche accattivanti.

La persona di cui parla il pezzo è uno che “aveva un sogno realizzato proprio sotto il suo naso, un sogno diventato realtà, ma qualcosa gli ha impedito di prenderne atto. Il suo dovere era usarlo, ha lasciato la perla nel guscio”.
Dare ascolto, perseguire i propri sogni. Non avere idee preconcette.
Idee favolose per un periodo in cui si voleva uniformare il pensiero, vero? In cui bisognava essere fighi ed alla moda, ma cerebrolesi?


Queste tre, “perle”, citando Howard Jones erano all’interno del disco del 1984, “ Human’s Lib”.
Un titolo, un programma..

Un anno dopo, e io mi chiederò sempre come cavolo facciamo a scrivere due album consecutivi così belli, ariva il tornado…
“Dream Into Action”. Sogno in Azione….

Una sequenza incredibile di pezzi, uno più bello dell’altro.
Si inizia con “Things Can Only Get Better”, poi “Life in One Day” per arrivare a quella che mi piace di più: “No One Is To Blame”.
Ti può piacere qualcuno, nessuno è da “biasimare” per questo… Ma il pezzo scrive di “attrazioni “insoddisfatte”, fini a se stesse, nei confronti di donne che sono  talmente distanti da sapere già in partenza che con loro non ci sarà mai alcuna possibilità di una relazione. La semplice attrazione è comunque naturale e non è biasimevole (“no one is to blame”, appunto); “ricordo che stavo passeggiando con il mio produttore americano” – ricorda Howard Jones – “e lui mi chiese cosa ne pensassi delle meravigliose donne di San Francisco.Io dissi che erano fantastiche e lui mi rispose con una frase che poi utilizzai nel brano – beh puoi guardare il menù, ma non sederti a mangiare!”.


Ad un livello più profondo Howard Jones parla di tutti i desideri che rimangono irrealizzati.

(ringrazio la pagina FB “1000 Best Songs Ever”- post del 16/07/2014- “No One Is To Blame”-Howard Jones)

Si termina il discorso con un altro capolavoro, “Like To Get To Know You Well”

Curiosità (Giuro, non sapevo nulla…..)
Nel 1991 H.Jones riprende la canzone di….. Umberto Tozzi, traducendola in “Other People Are Us”…


Nel 1997 esce un album di cover di Paola Turci, all’interno “Lei Non C’è”, meravigliosa cover (credetemi sulla parola…) di ““No One Is To Blame”.

Raramente ho sentito una cover così fatta bene, Il testo mi ha ammazzato e la voce di Paola Turci ha completato l’opera…

Medaglia d’argento, secondo in classifica..anzi, secondi in classifica ma solo perché preceduti da un gruppo, anzi due nello stesso “pacchetto”, guidati da un genio assoluto.


Il secondo posto del podio se lo prendono i “The Bible”….
Ho già sentito il “Chi?”, ma ho fatto finta di niente.
Perchè per ogni singolo gruppo ed artista che li hanno preceduti e che li seguiranno nel post, i ringraziamenti a Nicola sono doverosi.
Ma qui andiamo oltre. I “The Bible” per me sono stati fondamentali…
Gli anni ottanta stanno volgendo al termine ma viene fuori questa perla.
Un disco ed una manciata di EP’s ma quattro pezzi che consiglierei a tutti. Non posso obbligare nessuno a sentire dei pezzi ma per questi farei un eccezione.
Il disco è “Eureka” del 1988 e i pezzi, unitamente ad uno, lìultimo, di un ep’S “The Bible” sono:
“Skywriting”, “Crystal Palace” sono in “Eureka” del 1988, preceduti da “Graceland” , in “Walking The Ghost Back Home” . Poi c’è la solita perla, ma è una cover contenuta in un EP’s,  il mistero di “The Will To Love”.

“Skywriting” è un capolavoro. Perché? Prima ascoltatela, ascoltate la musica senza riguardo al testo. Poi riascoltatela facendo molta attenzione alle parole…
Due immagini forti. Una coppia.

Lui la guarda, non ne può fare a meno, lei sembra così triste, con le mani in tasca e quelle di lui sulle spalle.
Qualcuno le ha spiegato che tutto quello che serve è invecchiare.
Ma loro due non hanno un soldo e in un giorno migliore metteranno qualcosa via.
Lui ricorda quando era giovane, e come una volta avesse voluto urlare e gridare, ma aprendo la bocca non uscì nulla.
Ma in un giorno migliore, skywriting, metteranno qualcosa via per quando pioverà.
In un giorno migliore metteranno via qualcosa e diranno…Addio.

(Tradotto dall'inglese-Skywriting è il processo di utilizzo di un piccolo aereo, in grado di espellere fumo speciale durante il volo, per volare in determinati schemi che creano la scrittura leggibile da qualcuno a terra.)

Per “Crystal Palace” e “Graceland” parla la musica… grande musica, ed arriviamo all’ultimo pezzo.

“Will To Love” era una b-side di un EP’s di cover e a me il pezzo piaceva tantissimo. Come ora. Ma che succede, volendo darvi le “coordinate” per situarlo nella loro discografia , sul CD ho trovato solo “Covers EP” e fin li ci siamo. Aprirò Google e mi metterò alla ricerca. Nulla.
E poi provatevi un po’ voi nel mondo occidentale a fare ricerche su un gruppo che si chiama …The Bible…. ;.D
Nulla. Allora mi viene “l’idea geniale”, il giochino dei ragazzini: “Shazam”.
Faccio partire il pezzo ed accosto il telefono…
Pezzo non riconosciuto……. Ma dai….
Allora ripeto tutto con SIRI, l’intelligenza artificiale dell’IPhone….
Un educato e di plastica:”Mi spiace ma non riconosco il pezzo….”
Sì, certo, l’ho inventato io, WTF….

Ma il pezzo con voce, di chitarre acustiche di cui una solista, merita.
E’ un quadretto bellissimo, forse un poco strano…
Per chiudere con “The Bible” ve lo riporto.
Nesun pericolo per i copyrights, tanto il pezzo…non esiste…

And on this train for an hour and half
And the sky doesn’t seems to have moon
There’s a cloud out there in the shaped roads
And I suddenly remember how I meet you
There’a a girl sitting over from me
With a passboard and a magazine
She’s wearing a coat a little large for her
And I know how it feels to be lonely
So lose the will to love

And on that first afternoon
When you threw your shadow across my room
Even then I think I knew
Someone somewhere was waiting
But oh those last days
Oh those last days
I might not have been there at all
I could have walked right through the wall
And lost the will to love

By the time that you wake up
We will be worlds apart
Me in my faith in names and wills
You with your magnet for a heart
But oh those first days
Oh those first days
A full line good by leather
Oh you can do better than that
You still have the will to love


Chiudo con una curiosità, anche in questo caso.

Agli inizi degli anni 90 “The Bible” si sono sciolti (poi si ricostituiranno) in circostanze farsesche. Erano volati in Germania per cantare un pezzo in quello che poi si è rivelò essere un Talent Show. Perdendo la gara con un  personaggio che recitava col nome di “Mr.Gadget”, che indossava una cravatta a farfalla con luci accese, ottenendo 140.000 voti contro quelli ottenuti dai “The Bible”: 12!!!!
Come ricordato anni avanto da Boo Hewerdine, “la prendemmo così personalmente che ci dividemmo…”

Siete ancora qua? Una faticata, lo ammetto. Ma le cose fatte così...sono così...
Condividere? Non condividere? Boh.

Quelli di sopra lo meritano, la parola è soul, indipendentemente dal genere musicale...
Anima... Loro ce l'hanno avuta, ce l'hanno.

Grazie per la pazienza.
Grazie Nicola...
Giorgio








1 commento:

Anonimo ha detto...

Una bomba Gio!
La cosa che mi viene da dire?
Hai solo preso dei suggerimenti da me, ma quello che hanno
lasciato come traccia, come ricordo, è pazzesco!
Io, skywriting non potrò mai più sentirla, senza ricordare cosa
cavolo sei riuscito a scrivere sopra questo pezzo!
Eppoi Howard Jones, mai andato così a fondo in quei pezzi...
Eppure spessi, spessissimi...davvero bello sapere cosa
hanno rappresentato per te quei gruppi che a me piacevano,
semplicemente perché facevano pezzi pop, composti meravigliosamente,
alla perfezione, come solo i Beautiful South, qualche anno dopo
hanno saputo fare, andando anche, oltre come pulizia e
composizione...
Grazie
N
P.s. avviso ai naviganti, i Bible cercateli per davvero!