| Cogoleto Beach |
Ma vogliamo fare un paragone tra Cogoleto e Pacific Palisades? Sciarborasca con le alture di L.A.?
Abbiamo i posti ma non i musicisti...
Neil Young, proveniente dal Canada, incontra li ( a L.A. non a Cogo Beach...) Crosbi Spin & Dash (come diceva un mio amico, Bruno), al secolo David Crosby, Stephen Stills & Graham Nash.
Da citare quella meraviglia, un po’ datata, Four Way Street. E Deja Vu. Poi fatto solo dai tre moschettieri, CSN.
![]() |
| Pacific Palisades, L.A. |
Non un modulo fiscale ma un grande disco, con la perla “Suite:Judy Blue Eyes”. La Judy del pezzo era Judy Collins, la donna di Stills.
Un gran chitarrista, Stills, appunto; poi due coristi (da lì in poi nel rock solo coriste....) e un artista completo.
Neil Young, che prima di loro ha suonato con i Buffalo Springfield. Poi ha fatto lunghe sinfonie elettriche e deliranti con il suo gruppo di amici, i Crazy Horse.
Dicono che sia inquieto. Lo ascolti, con un capolavoro come “Comes A Time” (1976) con le sue ballate country, e rock. Poi Neil si inquieta e chiama i Crazy Horse, dopo aver tirato fuori dagli armadi l’elettrica e riposto la mitica Martin.
Nel 1978, in pieno punk, scrive “Hey Hey My My”...e tira in ballo Johnny Rotten dei Sex Pistols.
Il cantautrocker canadese ama tenersi sempre al corrente, è sempre sul pezzo, e poi influenza anche i Pearl Jam.
Tutti avete visto il vecchio Neil, basettoni e cappello, entrare sul palco durante il pezzo e duettare con Stone Gossard e Mike McCready per poi avvicinarsi al microfono di Eddie Vedder, per cantare il ritornello di un vero inno rock, appunto “Rockin’ in the Free World”...Il concerto (vedi YouTube) è dei Pearls, ma il pezzo è di Neil.
Il mio immaginario allora era dominato da lui. Testi a memoria, cantavo i suoi pezzi. Come fai a ricordarti i testi?, mi dicevano..: non l’ho mai capito.
E non c’era internet, non c’erano i tutorials, non c’era musica on line. Non potevi trovare un testo semplicemente scrivendo il nome su Google.
Io li avevo.
Abitudini purtroppo perse,come suonare la chitarra. Errori, sia ben chiaro...
In California iniziarono comunque i Beach Boys, formatisi sulla spiaggia di Varazze nel 1962.
I sette fratelli Wilson incontrarono li il nonno di Pucci dei Trilli, che comunque con loro, come voce solista durò pochissimo.
Fu rimesso immediatamente su in aereo per l’Italia appena arrivato al LAX e i californiani ingaggiarono Mike Love, un po’ meglio.
Sul volo intercontinentale, completamente ubriaco, aveva provato ad insegnare un trallallero genovese a gente che avrebbe scritto “Barbara Ann”, “Surfin’ Safari”, “Surfin USA” e la psichedelica “Good Vibrations”...
Nel genere gli esperti dicono che ci trovi posto anche gente tipo gli Allman Brothers, America, Doobie Brothers e gli Eagles.
Poi anche grandi solisti come Joni Mitchell, James Taylor, Jackson Browne e Carly Simon.
Di Jackson Browne ne abbiamo già parlato nello special dei miei vecchi amici.
Joni Mitchell non l’ho mai amata a parte quel capolavoro di “Circle Game”. Non ho mai amato il jazz e lei ad un certo punto vi ha sconfinato.
Di James Taylor mi occuperei più avanti.
Le “aquile” sono state il mio gruppo preferito di sempre e meriteranno un grande special.
Ma la musica west coast quando fini? Gli storici runiti di riviste come “Billboard”, “New Musical Express” e “Rolling Stones” datano il termine della favola quando la Haven si inabissò al largo di Arenzano il 14 aprile del 1991.
Il fumo sprigionatosi dalla petroliera in fiamme oscurò le meravigliose spiagge e l’olezzo sopraffece il profumo delle canne...
A presto.

Nessun commento:
Posta un commento