martedì 2 giugno 2020

Cinque pillole d’eccezione. (Italia 1 parte prima)

L’ispirazione a questa “puntata”, che da inizio ad una nuova serie, “Italai 1”, mi è venuta ricordandomi un “vecchio” sketch di “Colorado Cafè”.
Carmine Faraco arrivava in scena ed iniziava la gag. “Negli anni '70 in inghilterra nascevano i Genesis, i Pink Floyd, i Deep Purple, in Italia Mino Reitano........la domanda non è chi è, la domanda è: pecchè???”
Ecco, questa roba potrebbe funzionare anche in questo caso, senonchè il gioco è più bello quando non si capisce cosa sia vero e cosa falso, no?
Il blog serve a raccontare, a cercare di sorridere di musica, con Lauzi/Frigideiro o con gli aneddoti che cerco sempre di attaccare. Conosciuti o meno. Senza nessuna pretesa.
Ma ogni tanto mi è capitato di “affezionarmi” a pezzi o solisti o gruppi improponibili. O sconosciuti.
L’argomento  è introdotto, partiamo.

DRUPI.
Giampiero Anelli, come lo chiamano al suo paese. Non fate finta di nulla… Se avete vent’anni mi chiedo cosa ci fate su questo blog (anche se mi farebbe piacere che la curiosità vi ispirasse la conoscenza…come è avvenuto a me…). Ma se avete più di quarant’anni non potete far finta di nulla.
Voce roca, calda e propensione al consumo di droghe.  Faccia da pellerossa, sempre di più col passare degli anni. Un pellerossa pavese.
Tre pezzi visionari: il primo,  Piccola e Fragile”.
“…Quanti bagni mozzafiato insieme/e poi di sera/vicino vicino a me tremi un po’”
Non le potevi dare un cazzo di accappatoio e un phon?!?!
“Sottovoce tu mi esponi i tuoi problemi/poi ridi e ti neghi a me mentre io/ho bisogno delle fresche mani tue, ci credi?”
Non ci crederete ma Drupi era famoso per il suo femminismo, lui le donne le ascoltava…;-D
Il secondo, una pietra miliare della canzone italiana, “Sereno è”. Musica accattivante, atmosfera idiliiaca tra lui e lei.
“Sereno è/Rimanere a letto ancora un po'/E sentirti giu in cucina che/Gia prepari il mio caffe”
Alzarsi e farglielo tu, no?

“Sereno è/Ricordare il primo giorno che/Sei salita sulla moto mia/Noi due soli senza compagnia/
E la volta che hai guidato tu/Dentro al fosso a testa in giu…”
Prima cosa. Quanti cazzo dovevate essere sulla moto? Più di due?? Continua poi lo spirito femminista di Drupi… Guida lei e finiscono dentro il fosso a testa in giù… Ma brutto asino, ha guidato lei perché tu eri fumato come una ciminiera…
Finiamo con “Sambariò”, dove i parolieri di Drupi si tramutano in poeti:
“Sento che già non resisto, sambarió/Nella tua mano un transistor suona da un po'”
Dai…!!! Far rima con resisto e transisto(r)…
Grande, Via, forza, su You Tube, non perdete tempo!!!

Curiosità.
1) il nome “Drupi” è uno pseudonimo, preso dal nome di un foleltto che aveva interpretato da bambino in una commedia…
2) a Praga, nella “Piazza della Città Vecchia”, fino ad oggi si sono esibiti solamente due artisti: i primi sono i Rolling Stones… i secondi, il secondo cioè……. Sissignore proprio lui….

MARIO LAVEZZI
Mario Lavezzi ha 72 anni.
Sconosciuto ai tanti, forse, ma è il leitmotiv di questo post,
Cantautore, compositore e produttore discografico per Dalla, Morandi, Ornella Vanoni.
Io l’ho conosciuto nel lontano 1979 grazie ad un pezzo consigliatomi da mio cugino EN.
Il pezzo è “Professore”, molto speciale nella sua atmosfera. Di seguito il link, se ne avete voglia… https://www.youtube.com/watch?v=3w0LfVb2G8I

AMORE DISPERATO/NADA
Lei meriterebbe molto di più ma non la conosco bene. Ma nel 1983 è riuscita ad affascinarmi con un pezzo pop molto minimale, quasi romantico: “Amore Disperato”.
La protagonista entra in un locale, il “Sassofono Blu”. Sembra un angelo caduto dal cielo ma è guardata da ragazzi  vestiti in pelle, senza poesia. E’ annoiata e sta perdendo tempo, lo sente… Ma una sera incontra un ragazzo gentile e rimane shockata. Tornando a casa balla tra le stelle accese. E’ innamorata. Ma è un amore disperato perché lei lo perde di vista, anche se ogni sera lo aspetta al “Sassofono Blu”. Una brutta notte lei sta piangendo ma squilla il telefono. E’ lui e quando si incontrano, è uno shock toccarsi.. Lei trema forte ma..Lei balla di nuovo tra le stelle accese e ha scoperto l’amore disperato…
Uno schizzo di colore, un frammento di sceneggiatura.
La voce e la classe di Nada.
Ascoltatelo , (come sempre) se già non lo conoscete. Piccola perla pop.

“STASERA L’ARIA E’ FRESCA”/GORAN KUZMINAC


Goran non c’è più. Nel 2018 ci ha lasciato a 65 anni. Io me lo ricordo con invidia perché nel 1978, quando è uscito questo pezzo, lui suonava un “fingerpicking” perfetto. Stile che non sono mai riuscito ad imparare.
Kuzminac faceva da spalla a De Gregori, Venditti ed altri.
Questo pezzo è veramente bello e merita di stare nello scrigno dei migliori cento pezzi della musica pop italiana.
“Questa sera l’aria è fresca/Potrebbero venirmi dei pensieri/Più dolci del vino che bevi/Più chiari delle tue risposte”
(Dedicato a Michele Dominici, l’unico polistrumentista che ho conosciuto in vita mia, ed anche collega per un breve periodo di tempo…mitico…)

“NEL GHETTO”/ALBERTO RADIUS

Radius ha 78 anni, passati a suonare con la PFM (Mussida era andato al militare), poi con la Formula 3 (“Eppur mi son scordato di te”, cantata anche da Battisti: Lucio non Cesare :-D ;-D).

Nel 1977, anno tremendo per l’Italia: Lockeed, Lama rovesciato, Lorusso, Masi, gli indiani metropolitani, il PCI che accetta misura truffa sulla Scala Mobile (artefatto allore famoso come il Graal…), le BR che gambizzano.
Lui fa uscire un pezzo fantastico: “Nel Ghetto”.

“La rabbia per tutto quello che succede, contro i partiti e sindacati, che non trovano lavoro alla gente, con gli intellettuali, che dal palazzo del potere pontificano su cos’è giusto o sbagliato, con l’accordo sulla scala mobile , la rivolta come strumento per impadronirsi dei beni di lusso..”

La citazione Manifesto del Partito comunista del 1848 …io da perdere / ho soltanto le catene…

E chiedere di rimanere nel ghetto: meglio la miseria, meglio il riot improvviso e senza futuro, che questa ideologizzazione ipocrita. Oltre al maggior successo di Radius solista, un pezzo di storia d’Italia


(Dati courtesy of Mr.Renzo Stefanel, “Nel ghetto: Alberto Radius e il no future italiano”, 6 luglio 2012.)


Il testo:


Manca l'aria,manca un grido,manca un dio,sulla strada solo io.
La miseria dei cervelli del fair-playmi vorrebbe come lei

Io non ho cultura ma non voglio stare male,che si arrangi chi ha paura del caviale.
E bruciare tutto non è sempre così brutto come leggi il giorno dopo sul giornale

E no, io non ci sto! E no, io non ci sto! Lasciatemi nel ghetto ancora un po'…

Io non ho un partito, non mi basta il sindacato, un lavoro non me l'hanno mai trovato.
La riconversione non mi sembra una ragione per confondere lo schiavo col padrone

L'intellettuale sfrutta come paravento "la congiura dell'isolamento",
dice dal palazzo cosa è male cosa è bene, io da perdere ho soltanto le catene

E no,io non ci sto! E no, io non ci sto! Lasciatemi nel ghetto ancora un po'…


https://www.youtube.com/watch?v=at5Jqx_llkQ


Il pezzo meritava e merita ancora, sopra il link, dovuto.

1 commento:

giuseppe ha detto...

Voto Radius senz'appello, ma col fiato sul collo di Amore disperato !
:)