giovedì 25 giugno 2020

32 e mi sono sbagliato

Il 17 di giugno avevo scritto un post che parlava di traguardi.
Avevo fissato 100 puntate e poi basta...

"....Si perchè il traguardo, è l'ora di annunciarlo, è già stato fissato: 100.
100 post in tutto, e la quota di cazzate serie e semiserie sarà esaurita......"



Va be lo ammetto che mi son sbagliato... la voglia di raccontare di musica e di tutte quelle cazzate scritte è un po'...evaporata...

Aneddoti, Appunti, Informazioni, Mattoncini, Mattonelle, Memorie, Reminescenze &Ricordi

Aneddoti, appunti, ecc....

Ma chi ti caga, ma chi ti credi di essere...

Poche volte ho saputo essere così sbruffone e saputello, da improvvisarmi quello che non sono. Con la scusa di non recensire, ma nascondendo il vero problema, cioè quello dei contenuti, troppo personali.

La musica è cambiata, e non saprei dire se in meglio o in peggio, ma rivedendo la lista di dinosauri del paleozoico, mesozoico o triassico giurassico per i quali ho scrito dei post, come si può parlare di anni settanta, ottanta, novanta, ecc.???

Ho scoperto la vera contraddizione finalmente, che è quella di aver provato a scrivere una cosa da condividere (un blog, appunto), non avendo gran contenuti e soprattutto, come ho infine scoperto, nessuna vera voglia di condividerli.

E quindi si tratta della fine delle risate (finte...) e delle soffici bugie ("soft lies...).

Con forza...e sempre a testa alta...

Giorgio



Citazione dal web.

Una dolce bugia (A soft lie) è qualcosa che il tuo potenziale ascoltatore sa che è falsa, ma preferisce ascoltarla comunque. E tu preferisci dirla. Allevia il disagio ad entrambi. Io ne ho dette tante di dolci bugie..;-D.

THE STEWARTS – part One - "Al Stewart"


Un estate a Palermo, era il 1978. Invece delle solite due settimane ci passai due mesi, Luglio ed Agosto, da mia zia Silvia ed ancora abitava in Via Zandonai.
Era  una stagione dove ne ammazzavano quasi uno al giorno. Imparai termino come “carnezziere” invece di macellaio ed altri ancora.
Venni a sapere in seguito che mia zia aveva detto ai miei genitori, mio padre era il suo fratello minore, di mandarmi li perché ero troppo magro e che mi avrebbero ingrassato loro.
Non tornai però a Genova carico di calorie, ma di musicassette BASF registrate in radio da mio cugino.
Tra cui un artista che mi ha accompagnato fin da allora, Al Stewart.

Chi, Rod Stewart? No, ma chi è il fratello di Rod Stewart? Queste le domande ironiche e le battute che correvano allora.
La BASF da 90 minuti aveva sul primo lato “Time Passages”, uscito quasi un anno prima. Del quale non conoscevo manco un pezzo.
Sul retro avevo registrato “Year Of The Cat”, il disco dell’omonimo pezzo che lo fece conoscere un po’ dappertutto ed anche in Italia. Vinile uscito due anni prima nel 1976.
Come al solito musiche e testi. Stavolta forse non impegnati ma molto evocativi, quasi dei film.
Per inquadrarlo, due cenni biografici.
Il suo vero  nome, completo, è  Alastair Ian Stewart ed è nato a Glasgow, Scotland nel finire del 1945.
Durante gli anni sessanta viveva a Bournemouth e suonava in una band locale, “The Trappers”  e già scriveva canzoni originali. Mentre frequentava il Wycliffe College nel Gloucestershire, acquistò la sua prima chitarra da Andy Summers, che più tardi avrebbe raggiunto il successo e la fama come chitarrista dei Police.
Frequentando l’ambiente folk inglese, abitando in un appartamento con Paul Simon, divideva le bollette con gente come Bert Jansch, Cat Stevens, and Roy Harper.
Quest’ultimo famoso grande cantautore inglese, apprezzato anche dai Led Zeppelin che in “Led Zeppelin III” inserirono un pezzo chiamato  “ Hats Off to (Roy) Harper”.  Jimmy Page diceva che i Zep apprezzavano la fedeltà e la coerenza di Harper ai suoi principi, senza cedere alle pressioni delle case discografiche.
Harper è anche la voce solista di “Have A Cigar” , in “Wish You Were Here” dei Pink Floyd, 1975.
Nel 1975 Stewart stringe la prima collaborazione con Alan Parsons (produttore, non dimentichiamolo, di “The Dark Side Of The Moon”, dei  Floyd, nel 1973) e nel giro di due anni si fa produrre forse i suoi migliori album, quelli di cui parleremo. Ed arriva il successo mondiale.
Year Of The Cat
Il primo “film” di Al Stewart, così chiamerei i suoi pezzi,  "Year of the Cat" è una canzone che racconta di un incontro di un turista che sta vistando un mercato orientale, dove conosce una donna misteriosa, vestita di seta, che lo porta via per un’avventura. Che finisce il giorno dopo, quando lui, al risveglio, si accorge che il  bus turistico è ripartito senza di lui e ha perso il biglietto.
Ma sono le micro sequenze che descrive il pezzo che sono bellissime.
In un mattino simile ad un film di Bogart, lui passeggia tra la folla come un Peter Lorre che sta organizzando un crimine quando lei “esce dal sole con un vestito di seta che corre come un acquerello sotto la pioggia…
La donna non gli da tempo per le domande, mentre lo abbraccia stretto e lui  la segue fino a quando il suo senso dell’orientamento sparisce completamente…poi lo introduce in una porta segreta.
Sono in camera sua e lei ha uno sguardo affascinante, i suoi occhi brillano come la luna nel mare e entra in camera profumata di incenso e patchouli e poi vanno a letto insieme…

Al Stewart si apprezza per gradi.

Un pezzo come  “Year Of The Cat” o la magnifica “On The Border” ti fa accorgere di lui. Poi senti e risenti i pezzi e ti accorgi della grande qualità musicale… Poi apprezzi i testi, se sei incuriosito come me… Alla fine scopri i cosiddetti “pezzi minori” che invece sono delle perle, come nel caso dell’album “Time Passages” di cui parleremo dopo.

On The Border” è un pezzo, tra quelli più conosciuti se non il più conosciuto e contiene tutti i “parametri” “Alstewartiani”…
L’intro di piano, le svisate di chitarra classica…
È un brano dal ritmo sostenuto e con una musica molto accattivante, considerato tra i migliori dell'intera produzione di Al Stewart.

Poi "Midas Shadow". Altro frame, altra sequenza…
Un giocatore arriva in hotel, posa la borsa per terra e guarda gli alberi tropicali fuori dalla sua finestra. Poi pensa che se non rischia non otterrà mai nulla.
Ed allora decide di rischiare il tutto per tutto. Lancia i dadi ed allunga il volto per vedere i numeri usciti.
Ha sempre barato ma la fortuna che ha sempre funzionato cambia con le stagioni.
Si ritrova al check in dell’aeroporto, con la carta d’imbarco in mano, a farsi domande sul suo futuro…

"Flying Sorcery" è dedicata ad Amy Johnson, la prima aviatrice britannica
“You can touch the morning air against your wheels/Puoi toccare l'aria del mattino contro le tue ruote”
Come si fa a descrivere un decollo con poesia? Così….

Nel 1978 arriva il capolavoro definitivo o, se preferite, l’estensione di “Year Of The Cat”.

Time Passages
“Time Passages” è qualcosa di più. Non ho mai contato le volte che l’ho ascoltato.
Allora, nell’estate che ho citato prima, ascoltavo solo i pezzi più immediati, come “Valentina Way”, molto rock, “A Man For All Seasons”, “Almost Lucy”  e mi fermavo immediatamente dopo “The Palace of Versailles”.

Col  tempo, col passare degli ascolti… Pensate che ce li ho pure sul telefono, quando ascolto “Year Of The Cat” e “Time Passages”, vado ad ascoltare gli ultimi pezzi, che non consideravo mai…
Quindi ignorerò volutamente “Time Passages”, sebbene la “title track” sia un po’ la base per navigare nell’album, col suo narrare di passaggi nel tempo che poi verranno ripresi in una canzone che è pura storia, “Palace of Versailles”.

Solo “Timeless Skies”, “Song On The Radio” e “The End Of The day”, le ultime tracks.

“Timeless Skies” ha dalla sua un titolo fantastico. I critici dicono che lui abbia la capacità di “trovare” i titoli giusti per le sue canzoni. Verissimo. “Cieli senza tempo”.. Lui viaggia verso nord su una stradina di campagna ed alla fine arriva nel villaggio dove è creciuto. Sale in  alto sulla collina per vedere le case dall’alto, i tetti d’ardesia e vede che il villaggio si muove…
Ma lui e la sua ragazza sono nei campi, sotto cieli senza tempo  arcadiani.
Alla fine lui si lascia il villaggio alle spalle, nella notte.
Come in tante canzoni ritorna il tema. Arrivo, incontro con una persona, e poi alla fine la fuga…
Ma la chiusura è di nuovo poesia pura: “E in un altro villaggio in una terra straniera lontana/Il nuovo giorno scoppia aprendogli la mano/E il sole ha la luna nei suoi occhi/Mentre vaga nei cieli senza tempo
Certe volte la nostra lingua non rende bene: “And in another village in a far off foreign land/The new day breaks out opening up its hand/And the sun has the moon in his eyes/As he wanders the timeless skies”

Arrivo a “Song On The Radio”, forse il pezzo che più mi piace della sua discografia.

Un altro “Screenplay”, l’ennesimo.
Il protagonista sta guidando l’auto in una terra “desolata”, attraversando paesi dopo paesi, cambiando la stazione radio, pensando sempre  a lei.
Gli dice che raccoglieranno i giorni, mettendo via i bei momenti e che lei è nella sua mente come una canzone alla radio…
Si ricorda la prima volta che l’ha vista, da sola al buio, con un drink, con le candele accese intorno a lei, assorta nei suoi pensieri, con lo sguardo perso lontano, senza ascoltarlo

Chiudiamo con “The End Of The Day”.
Stavolta è lei che se ne va, delusa da un lui.

La sera quando il giorno arriva alla fine, lei lascia la casa dalle luci luminose/Si ferma e  guarda le torce che illuminano i cieli, immersa nel suo cappotto /Qualche volta pensa di conoscerlo bene,altre volte no
Sa che nulla dura e cerca di resistere.....
E resterà con lui fino al giorno in cui troverà/ Uno sconosciuto tra le sue braccia

Qualche volta penso che sia difficile spiegare il motivo per cui ci piaccia un pezzo.  La musica, il testo? Troppo banale…. Prima o poi le note finiscono…
Allora cosa?
Anche le parole ti portano da qualche parte ma poi le dimentichi, svaniscono, sono parole, appunto…

Rimane la sensazione, qualcosa che ha sfiorato la tua anima, che è entrata, e che credevi se ne  fosse andata fino a quando una radio, una sensazione che avevi accostato alla musica, improvvisamente, si ripropone, dopo tanti anni.

Questo è Al Stewart….


sabato 20 giugno 2020

Dire Straits- part two


(la prima parte è stata pubblicata il 15/06/2020)

Giugno 1980.
I Dire Straits raggiungono la fama mondiale e chiunque canticchia una canzone che si sente un po’ dovunque: “Tunnel of Love”.
Primi posti delle classifiche e la critica osannante...
Prima dell’uscita del disco, "Making Movies", David, il fratello di Mark, lascia la band.
Making Movies

L’album vede un largo impiego di tastiere, suonate dal tastierista della E-Street Band, Roy Bittan.
Il video di “Tunnel of Love” è uno dei più belli degli anni ottanta.
Il testo racconta di un ragazzo ed una ragazza che si incontrano in un parco di divertimenti, e contiene numerosi nomi delle attrazioni che erano presenti in un Luna Park che Knopfler frequentava da piccolo.
Romeo and Juliet”, forse il pezzo più rappresentativo degli Straits, segue immediatamente e racconta di Romeo che questa volta non viene corrisposto dalla sua Juliet (come avveniva invece nel testo teatrale di Shakespeare..)  che, anzi, non lo ascolta quasi...
Knopfler descrive un Romeo sconvolto ed innamorato mentre si accinge a cantare una malinconica serenata sotto la finestra della ragazza, che lo accoglie ostentando distacco e indifferenza. Romeo rievoca le promesse che Juliet non ha mantenuto e poi richiama alla mente i momenti piacevoli trascorsi con lei, cercando di convincerla a ricominciare. Ma Juliet lo ignora…

Il testo del brano, fu ispirato a Mark Knopfler dal fallimento della sua relazione sentimentale con la cantante statunitense Holly Beth Vincent, con la quale è stato dal 1979 al 1981.

Le tastiere la fanno da padrone in "Skateaway" che racconta di una pattinatrice che viaggia sulle sue rotelle in mezzo al traffico della città, evitando di poco gli automezzi. Non sente i rumori perché ha le cuffie del walkman e si estranea completamente dalla realtà.
Curiosità.
La ragazza con i pattini (rollergirl) era Jayzik Azikiwe , protagonista del videoclip e rimasta nell'immaginario collettivo degli ascoltatori della canzone per la sua danza sui pattini, al ritmo della canzone. Jayzik, figlia del presidente della Nigeria Nnamdi Azikiwe, è stata modella, poetessa, attivista in varie organizzazioni umanitarie e musicista molto attiva, è scomparsa nel gennaio 2008 a causa di una polmonite.

Dopo "Love Over Gold",
Love Over Gold
album discreto è quasi completamente scritto da Mark Knopfler, se ne va pure il batterista, Pick Whiters. In questo disco,
"Telegraph Road" e "Private Investigations". Ma anche "Industrial Disease", pezzo forse minore, ma leggete questo estratto:


"Sono andato fino allo Speaker's Corner, sono sbigottito/parlano liberamente, turisti, poliziotti nelle camionette/due uomini dicono che sono Gesù, uno di loro di sicuro si sbaglia/c'è un cantante che canta la sua protesta - dice: "Faranno una guerra per tenersi le fabbriche/faranno una guerra per tenerci in ginocchio/faranno una guerra per farci smettere di comprare roba giapponese/faranno una guerra per fermare il malessere industriale.
Stanno incolpando un nemico per tenerti cieco e sordo/disperderanno la tua energia, imprigioneranno la tua mente/ ti daranno "Rule Britannia", birra troppo gassata, tre pagine,
due settimane in Spagna e uno striptease la domenica"

Il lungo post sui Dire Straits si conclude, dopo due puntate, con "Brothers in Arms".
Oltre 30.000.000 di copie vendute,
Brothers In Arms
uno dei dischi più venduti nella storia della musica
ed è stato anche uno dei primi album a essere stampato su compact disc con registrazione digitale,oltre alla classica distribuzione su vinile.
I Dire Straits arrivano al loro quinto album, forti di una carriera ricca di successi, ma il boom di BIA supera ogni più rosea previsione.
Mark Knopfler sforna una serie di brani easy che portano tutti l’ormai conosciutissimo “marchio di fabbrica” , il loro rock pulito, privo di glamour, fatto "solo" di chitarre, sassofoni e testi non banali.
Sulla copertina dell'album la chitarra resofonica “National Style-O” del 1937 di Mark Knopfler (io l’ho sempre chiamata “dobro”)

Il pezzo “Brothers in Arms” è stato ispirato dalle tristi vicende della Guerra delle Falkland.
E’ scritto dal punto di vista di un soldato ferito a morte che esorta i compagni a prendere consapevolezza dell'assurdità di tutte le guerre…

Video e canzone sono da brividi….

Mark Knopfler ha detto :”Molte delle mie composizioni sono nate nei luoghi che frequento abitualmente. L'ispirazione non è qualcosa che puoi avere se stai chiuso in casa oppure vai in giro con sei guardie del corpo: quello non è vivere.

Sarebbe bello che chi legge terminasse ascoltando “Your Latest Trick”, pezzo celebre e bello per le frasi iniziali di sax….
Giorgio 20 giugno 2020 ore 22.12


giovedì 18 giugno 2020

TOTO (senza accento sulla o)


Ritorniamo un secondo nel 1978.
Quell’anno inizio una nuova decisiva avventura nella mia vita: l’iscrizione all’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura “B.Marsano” (l’ho scritto bene? Ci siete? Detto anche l’Agrario).
Gente ed esperienze formative. Inutile raccontare, ci vorrebbero puntate e puntate ma forse la potrei scrivere prima o poi.
Comunque nella charts di tutto il mondo impazzava la disco, già tratta in questo Blog…
Al primo posto i Bee Gees con “Stayin’ Alive”, secondo posto per John Travolta & Olivia Newton-John con “You’re The One That I Want”.Il terzo scalino del podio delle sale stroboscopiche era occupato dai Village People con “YMCA”. Quarto posto dei BoneyM con “Rivers of Babylon”. Quinto posto di nuovo i Bee Gees con “Night Fever”.
Ma uscirono tantissimi bei dischi, io ne avevo elencato almeno una quarantina ma citerò solo quelli  per me importanti.
Neil Young uscì con “Comes a Time”, poi fu l’esordio incredibile dei Dire Straits con “Dire Straits”. Grandi artisti  produssero capolavori come “Darkness On The Edge Of Town, e sto parlando del Boss, di Springsteen… E lasciare fuori “Give ‘Em Enough Rope” dei Clash o, anche se l’accostamento sul testo è azzardato, “Jazz” dei Queen…
Ammetto di averne lasciato fuori un sacco di molto importanti, per brevità, ne sono conscio…

E dopo questo disclaimer dal gusto molto ipocrita arriviamo al punto.

“Punto, punto e virgola, un punto e un punto e virgola.
P: Troppa roba!
T: Lascia fare! Che dicono  che noi siamo provinciali, che siamo tirati.”
Ci voleva Totò per introdurre i Toto.
Supergruppo formato dai migliori turnisti dell’epoca e con un batterista mostruoso.
Jeff Porcaro, drummer che faceva cose impossibili con la massima naturalezza..
Il gruppo, nella prima formazione, della quale ci occuperemo, era formato da Bobby Kimball – voce;
Steve Lukather – chitarra e voce;  David Hungate – basso; Jeff Porcaro – batteria e percussioni; David Paich – tastiere e voce e  Steve Porcaro – tastiere e voce
Primo successo mondiale che li fa conoscere: “Hold The Line”.
Pezzo perfetto, tutti gli strumenti marciano alla grande per costruire una canzone destinata al successo.
Perfetta perché suonata da gente che conosce il proprio mestiere.

“Non è nel modo in cui mi tieni, none è nel modo in cui dici che che sei interessata a me, non è nel modo in cui tratti i miei amici, non è nel modo in cui rimani fino alla fine, nemmeno nel modo in cui mi guardi o le cose che dici che farai…. Resta in linea, l’amore non è sempre puntuale…
Non è nelle parole che mi hai detto, nel modo in cui dici di essere mia, quando ritorni da me, nel modo in cui il tuo amore mi rende libero.. Resta in linea, l’amore non è sempre puntuale…”

Non troppo gentile, vero?
Ma  l’hai trattata di merda e lei si vendicherà, naturalmente….
E succede in “Toto IV” quattro anni dopo, nella canzone “Rosanna” (nel video la magnifica Cynthia Rhodes,  già famosa con film come “Flashdance” e “Dirty Dancing”).
Rosanna


Lui è perso: “ Tutto quello che voglio fare quando mi sveglio la mattina è vedere i tuoi occhi
Rosanna, Rosanna/Mai avrei pensato che una ragazza come te potesse interessarsi a me/Rosanna
Tutto quello che voglio fare nel bel mezzo della serata è tenerti stretta/Rosanna, Rosanna

Cotto a puntino ma nel ritornello si capisce com’è finita…

“Non è passato neanche un anno da quando è andata via, Rosanna/Ora è andata via e devo dire
Ti incontrerò in tutti i modi,ti incontrerò in tutti i modi, Rosanna”
Stalker?!
“Se mi becchi, stronzo..” , sembrò aver risposto Rosanna, con un sms… che non esisteva….

A parte gli scherzi, è lampante che i Toto sono maestri nel costruire delle hit.

La terza della loro carriera è forse la loro apoteosi: “Africa”.
La canzone fù scritta dal tastierista David Paich che infatti canta le strofe mentre il cantante Bobby Kimball canta il ritornello…

La batteria e le tastiere col lungo intro e poi la voce .
Nel finale il coro che ripete quasi all’infinito la frase “I bless the rains down in Africa”…

Parlavo del loro mostruoso batterista. Jeff Porcaro  se n’è andato il 5 agosto del 1992 ed io poi non li ho ascoltati per anni. Lo chiamavano “Mr.Shuffle”, per la celebre parte di batteria che suona in “Rosanna” con l’uso particolare di hi-hat, ghost-notes.
Jeff Porcaro "Mr.Shuffle"
Se vi capita andate vedere il video su youtube. Fa quasi incazzare la naturalezza con la quale spiega il suo drumming particolare…
Porcaro è stato annoverato tra i più grandi batteristi di tutti i tempi per la tecnica, il gusto negli arrangiamenti .
I suoi modelli sono stati anche John Bonham (metà dello “shuffle” di “Rosanna” è preso da “Fool In The Rain”, dei Led Zeppelin) e Keith Moon, leggendario dramme dei Who.

Prima di fondare i Toto con i suoi amici turnisti, ha suonato negli  show estivi di Sonny & Cher e nel 1973 è entrato negli Steely Dan.
Nel 1976 parte  l’idea sua e del gruppo di turnisti di cui faceva parte, con David Paich, David Hungate e Steve Lukather, di fondare un gruppo ex novo: ed ecco i Toto, a cui s uniscono in breve  il cantante Bobby Kimball e il tastierista Steve Porcaro, fratello di Jeff.

Oltre a suonare con i Toto, divenne uno dei musicisti migliori e più pagati della West Coast collaborando tra gli altri con Elton John, Paul McCartney, Michael Jackson, Roger Waters, David Gilmour, Dire Straits, Bruce Springsteen,  Madonna, Paul Young, Bee Gees, Christopher Cross, George Benson, Al Jarreau, Earth, Wind & Fire, Donald Fagen, Céline Dion, Eric Clapton, Cher….

Il  12 ottobre 2009 il gruppo è entrato nella Musicians Hall of Fame. Alla cerimonia erano presenti David Paich, Steve Porcaro, Steve Lukather e David Hungate.




mercoledì 17 giugno 2020

32

Dopo aver conosciuto la musica, con trasmissioni radio tipo "Supersonic...

Così iniziava l'8 maggio 2020 questo blog famoso per ...non esserlo. Sottovoce, magari su qualche social tipo FB o Instagram, col passaparola, piano piano qualcuno si è affacciato su questo calderone....

Sono cifre che fanno letteralmente impallidire i bloggers di professione e gli influencer di Instagram. Con il post sui Negrita abbiamo raggiunto i 17mln...17k..
Ok, 17 visualizzazioni..... Di cui dieci mie....
Sette persone irriducibili che hanno visto il post migliore, gli altri sono tutti a 5 o a 1....
Sette persone che probabilmente sono  tre con visioni multiple...
Ma la musica, ovvero le parole sulla musica, ovvero gli Aneddoti, Appunti, Informazioni,Mattoncini, Mattonelle, Memorie, Reminescenze & Ricordi, non si fermano...
O meglio, non si fermeranno ancora per un po'.
Si perchè il traguardo, è l'ora di annunciarlo, è già stato fissato: 100.
100 post in tutto, e la quota di cazzate serie e semiserie sarà esaurita...
Molti pezzi da 90 ci attendono ancora e molte sorprese ma è giusto fissare una quota per non oscurare i bloggers di professione che stanno lamentando consistenti perdite di quote di mercato.
Io mi accontenterei del bancone dei salumi al Mercato Orientale...
Fate voi....
Continua
te a SE... guirmi... ;-D
Giorgio

martedì 16 giugno 2020

DIRE STRAITS - part One


Pezzi da 90 questi, non nell’empireo, non ancora, ma nel settore precedente.

Io e Francesco torniamo da una delle spedizioni bolognesi.
Fine terza media ma le superiori sono iniziate
Beh, sono in via XX Settembre, dov’era “Liguria Libri e Dischi”.
“E’ appena uscito un disco che ti dovrebbe piacere...”
Erano loro...



Il 7 ottobre 1978 esce uno dei dischi più importanti della mia vita, senza esagerare.
Succede le rare volte in cui conosci un solista o un gruppo prima che susciti clamore, appena un secondo prima. E poi le sue note ti accompagnano fino a quando le riconosci come tue...

Nulla però potrà eguagliare, a conti fatti, nella loro discografia, un 33 giri come “Dire Straits”.

Trainato da quel pezzo che poi è diventato il loro marchio di fabbrica, “Sultans of Swing”...

“Sweet surrender, on the quayside, Do you remember, we used to run and hide...”
Questo frame introduce una sequenza di pezzi trascinante .

Down to the Waterline /Water of Love/Setting Me Up/Six Blade Knife /Southbound Again /Sultans of Swing/In the Gallery /Wild West End/ Lions

Nel pieno scoppio del punk viene fuori un gruppo che senza assomigliare ai gruppi rock fine sessanta/anni settanta riesce a farsi sentire ed apprezzare per la classe dei pezzi e per la tecnica originale del chitarrista, che è anche voce solista e indiscusso leader della band : Mark Knopfler.
Curiosità: il batterista del gruppo, Pick Whiters, aveva fatto parte del gruppo “The Primitives”, di Mal, quello di Furiacavallodelwest. Ma oltre che per il suo drumming preciso, la sua importanza sta nel fatto di aver scelto il nome del gruppo. Vi sarebbero piaciuti come “Café Racers”?
Per indicare la condizione economica del gruppo all’inizio, pochi soldi e scarso riscontro di pubblico, propose “Dire Straits”. In italiano suona più o meno come “terribili ristrettezze” economiche.

Musicalmente, “Sultans of Swing”, è conosciuta, secondo una statistica uscita nel 2018, da qualche cosa come novecento milioni di persone. Andate sul sito “Songstats.com” e la troverete, se ben mi ricordo, al 288esimo posto...

Due assoli, uno più dello dell’altro, la voce inconfondibile di Mark Knopfler ma ancora di più lo stile chitarristico, caratterizzato dall’assenza assoluta del plettro.

Leggenda vuole che Knopfler fosse invitato a recensire un gruppo sconosciuto, non molto dotato. Va nel club e si rende conto che ci sono pochi avventori e il pubblico consta di sette o otto,persone, tra l’altro, completamente ubriache. Ciò suggerisce al gruppo di tagliare la scaletta, visto lo scarso interesse. Ma alla fine decidono di andarsene con classe ed il cantante congeda il pubblico pronunciando la frase che troviamo nel,pezzo dei DS.

“Goodnight and thank you, we are the sultans of swing” (Buonanotte e grazie a tutti, noi siamo i sultani dello swing).”
Nella canzone:
Goodnight now it’s time to go home”/And he makes it fast with one more thing/
“We are the Sultans, we’re the sultans of Swing!”


Tornato a casa compose uno dei pezzi più importanti per la carriera della band e per la storia della musica.

Nel 1979 esce “Communiqué”, ed esce poi dalla band il fratello di Mark Knopfler, David.

L’album è bello e, se possibile, la sequenza è ancora meglio del disco,precedente.

Once Upon a Time in the West – News - Where Do You Think You’re Going - Communiqué - Lady Writer - Angel of Mercy e Portobello Belle.

Il 45 giri fu Lady Writer ma il 33 contiene capolavori come Where Do You Think You’re Going con l’intro lunghissima ed il finale incalzante...
A me personalmente piacciono moltissimo Communiqué e soprattutto Angel of Mercy.

Well now it's too late for talking we can talk later on/Let the saxophone play us till the chorus of dawn
All I need is a little oblivion, you don't need protection
Well now here come the moonlight down on your bed/Angel of mercy let your heart rule your head
I don't want your money, I want you instead/Don't need rejection yeah
E’troppo tardi per parlare, potremo farlo più tardi,Lascia che il sassofono suoni fino ai cori dell’alba,
Quello di cui ho bisogno è un po’ di oblio...
Ora il chiaro di luna arriva sul tuo letto,Lascia che il tuo cuore comandi sul cervello
Non voglio i tuoi soldi, voglio te, Non respingermi...


(segue con la 2° puntata)

domenica 14 giugno 2020

Sogno un viaggio morbido, dentro al mio spirito,,,



Per scrivere questo pezzo dovrei avere tergicristalli montati sugli occhiali.

Qua si parla, si scrive, di emozioni pure. Che non vengono istigate da cazzate televisive, da mode di abbracci collettivi anni duemila…

Nascono dalla pelle. Loro scriveranno “Scritto sulla pelle”

Sempre coerenti, sempre parte di un immaginario di libertà concreta, di cose belle, provate su se stessi, esperienze che si provano a raccontare. Che qualche volta non si riescono a raccontare.

Che poi, quindi, inevitabilmente, si perdono: ed è un peccato.

Nel senso stretto del termine, per me equivale a “profondo dispiacere”, non all’immaginario cattolico.

Ma loro ci sono riusciti…

Negrita!

Mi fermo di nuovo: prendo un solenne impegno, forse per cercare di essere onesto con me stesso e quindi con chi mi legge (chi?)..

Nessuno schema… Pezzi, discografie, testi… Come iniziare?

Forse allora dalle immagini? Si.

Cosa viene fuori da te quando stai guardando l’orizzonte?

Cosa invece quando stai guardando dentro di te? Riesci a vedere qualcosa? Sì? Non è buio?

Buon per te…

Radici, quali? E allora se non ci sono radici, perché non partire?

Partiamo allora, rigorosamente da soli, o con un amore scintillante oppure con amico senza premesse…

Perché? Perche…


"Ogni nome è un uomo/Ed ogni uomo è solo quello che
Scoprirà inseguendo le distanze dentro se/Quante deviazioni, quali direzioni e quali no?
Prima di restare in equilibrio per un po'
Sogno un viaggio morbido/Dentro al mio spirito
E vado via, vado via
Mi vida così sia "




Cosa aggiungere a queste parole, a questa musica?...Nulla, un cazzo di niente… Volgare? Noo, i termini sono quelli…

Continuiamo allora…..,


Mille fuochi accesi/Mille sassi sulla via

Mare accarezzami/Luna ubriacami..

La dignità degli elementi/La libertà della poesia
Al di là dei tradimenti/Degli uomini
È magia, è magia, è magia, è magia


(Rotolando verso Sud)


Apparentemente, poi, si ritorna, ma il viaggio, qualunque sia stato, ha lasciato delle impronte nell’anima… Non si può far finta di niente. Te lo leggono in faccia.

Oppure sei tu a leggere le loro facce, quello che c’è di ordinario, di una cosa che significa accontentarsi, che non ha nulla a che fare con il viaggio.

Provi a riadattarti, senti di doverlo fare… Ma ne sei convinto? Forse è tardi e non è più cosa…

Puoi provarci, ma forse…

Negli occhi si vede quello che hai provato…
Non lo puoi negare, gli occhi sono lo specchio dell’anima e come farai a dissimulare?
Gioia Infintaaaaa


"Il ritorno porta addosso mal di testa e mal d'anima/
Nei silenzi ognuno piano fruga dentro di sé

Oh dal coma proverò a riemergere/Dalle nebbie mie lisergiche
Oh Madonna che ora era?/Era oggi o ieri sera?
Venti notti e poco giorno/Me le sento ora che torno
Ora che la fiesta è andata/
Pace amore e gioia infinita (

Porto dentro quei sorrisi, le parole
Gli sguardi, i visi
E qualcuno ancora si stupisce
Del fuoco sacro che ci unisce
Scosse forti all'anima che nessuno scorderà più


Un "viva la strada" e un "viva l'amicizia vera"
È una cosa rara." 

(Gioia Infinita)


Dopo la fuga ed il sogno, un'altra cosa forte, un’altra emozione sacra: la rabbia….


"E fanno guerre/Che bruciano ragazzi come te/Che cadono col sogno di proteggere un sogno
E in chiesa la gente che piange/Fa largo e si stringe
Nel posto in prima fila/C'è sempre un governante
Che tratta col mercante/Che cena con I santi
Che tirano le bombe/E tirano le somme
E il ciclo non si rompe
La guerra non è santa
Ma noi stiamo arrivando

Col libro in una mano/La bomba nell'altra

Abbiamo un libro/Una religione
Abbiamo il fuoco/Abbiamo ragione
Saremo più grandi/Saremo più uniti
Saremo più forti/Di chi ci ha colpiti

Col libro in una mano/La bomba nell'altra... "


(Il libro in una mano, la bomba nell'altra)



Che succede, dubbi? Stai mettendo in dubbio quello che sei, quello che vivi?

Che succede? Mattino e sera si invertono… rabbia, disillusione… piangere, ridere, ma perché poi?

Anni che passano… piedi che camminano nel bagnasciuga, pensieri che volano… dove?

Forse… L’inquietudine, un rumore sotterraneo, che vuole venire allo scoperto…

Ti assedia e prima o poi entrerà, e non farà prigionieri…

Un rumore che diventerà un tuono…

Ma …




"Che rumore fa la felicità/Come opposti che si attraggono/
Come amanti che si abbracciano

Che rumore fa la felicità

Mentre i sogni si dissolvono/E gli inverni si accavallano
Quanti spilli sulla pelle/Dentro il petto sulle spalle
Ma vedo il sole dei tuoi occhi neri
Oltre il nero opaco dei miei pensieri

E vivo fino a sentir male
Con la gola secca sotto il sole "


(Che rumore fa la felicità?)



Ma poi, qualunque cosa tu abbia fatto, passato, vissuto, pianto, riso, ogni cazzo di secondo della tua vita… ti si legge in faccia… Potranno notarlo, ignorarlo, ma tu sei quello che sei….

Libro aperto, foglio da scrivere, tela da dipingere, nuvola da scrivere…. 

"Ho fatto a botte col destino/Ho condiviso pane e vino
Ho costruito e abbandonato/Ho patteggiato col peccato
E porto i segni su di me

Come ferite/Che non nascondo
Storie di andate/Senza ritorno
Storie tatuate
Di amore e lividi

E cicatrici sopra allo specchio/Divento bianco ma non invecchio
Storie tatuate in fondo all'anima
In fondo all'anima

quello che sei
(Scritto sulla pelle) quello che sei "




(Scritto sulla pelle)


Poi, improvvisamente, l’urgenza cessa, i fantasmi ed i pagliacci lasciano la sala, assieme…

Rimani li e non ti ricordi, forse per un momento, quale sia il filo, di cosa parlavi, che cosa raccontavi…

O che cosa stavano raccontando le immagini evocate…
Da te… di te…

Rimane da chiudere la luce, per ora…
In attesa che l’alba la riapra…




"Non torneranno più
Le mille notti in bianco…



Non torneranno più
I miei vecchi polmoni
La naia tra i coglioni, scioperi e università


Io guardo sempre avanti
Ho sogni più arroganti ma oggi no



Non torneranno più
I giorni da buttare
Le sbronze prese male e le cattive compagnie


Io guardo sempre avanti
Ho sogni più arroganti ma oggi no

Lasciatemi i miei santi
Nel giorno dei rimpianti
Ora che il cielo è meno blu,

Ora che tutto è un déjà vu

Non torneranno più
Quegli anni spesi a ridere
La tua voglia di vivere mi manca amico mio
Vorrei incontrare Dio
Per dirgli cha ha sbagliato
Che non l'ho perdonato e che non lo farò mai

Lasciatemi i miei santi
Nel giorno dei rimpianti
Ora che il cielo è meno blu
Ora che tutto è un déjà vu
Ora che il cielo è meno blu
Perché non ci sei più

Avremo figli da governare
E molti rospi da ingoiare
E avremo scuse per i peccati
Se non li avremo già dimenticati "

(Non torneranno più)

Sì, in attesa che l’alba la riapra, per vedere forse nuove immagini.

Perché le parole, loro, sono finite…


(..continuo comunque a sognare un viaggio morbido/Dentro al mio spirito …)

Grazie, Negrita.